Uno sguardo sul Grande Tutto
Le religioni antiche hanno voluto gettare all’origine uno sguardo sul Grande Tutto. Esse non hanno separato il cielo dall’uomo, l’uomo dalla creazione intera, sin dalla genesi degli elementi. E si può dire anche che, all’origine, esse hanno visto chiaro sulla creazione. Il cattolicesimo ha chiuso la porta, come prima aveva fatto il buddismo. Essi hanno volontariamente e scientemente chiuso la porta, dicendoci che non avevamo bisogno di sapere. Ora, io ritengo che noi abbiamo bisogno di sapere e che non abbiamo bisogno che di sapere. Se noi potessimo amare, amare subito, la scienza sarebbe inutile; ma noi abbiamo disimparato ad amare, sotto l’azione di una specie di legge mortale che proviene dal peso stesso e dalla ricchezza della creazione. Siamo immersi nella creazione sino al collo, lo siamo con tutti i nostri organi: i solidi e i sottili. Ed è duro risalire a Dio per la via graduale degli organi, quando questi organi ci fissano nel mondo in cui siamo e tendono a farci credere alla sua esclusiva realtà. L’assoluto è un’astrazione e l’astrazione richiede una forza che è contraria al nostro stato d’uomini degenerati. Nella materia, non vi sono dèi.
Nell’equilibrio, non vi sono dèi. Gli dèi sono nati dalla separazione delle forze e morranno alla loro riunione. Non credo alle cose più che a dio, e poi ne ho abbastanza della critica interna che è la sola critica vera e ben pensata. Chi mi opprime di lettere d’elogi si pulisca su di me nei gabinetti, che sono il solo posto in cui l’io si medita e si confessa veramente per quel che è. Là dove si sente la merda si sente l’essere. L’uomo avrebbe potuto benissimo non andare di corpo, non aprire la tasca anale, ma ha scelto di andare di corpo come avrebbe scelto di vivere invece di acconsentire a vivere morto. Dio è un essere? Se lo è, è merda. Se non lo è, non è. Io rinnego il battesimo e la messa. Non esiste atto umano che, a un livello erotico interiore, sia più nocivo della discesa sugli altari del sedicente Gesù Cristo.

Crediti
 Antonin Artaud
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Quotes per Antonin Artaud

La vita in sé non è una soluzione, la vita non ha un tipo di esistenza scelto, concordato, determinato. È solo una serie di appetiti e di forze opposte, piccole contraddizioni che si succedono o si abortiscono a seconda delle circostanze di un odioso caso. Il male è inegualmente disposto in ogni uomo, come il genio, come la follia. Sia il bene che il male sono il prodotto delle circostanze e di un lievito più o meno attivo.

Dilatare il corpo della mia notte interiore,
Del nulla interiore del mio io che è notte
nulla, opacità, ma che è esplosiva affermazione
che esiste qualcosa a cui fare posto: il mio corpo.

Tutto questo perché l'uomo un bel giorno ha fissato l'idea del mondo. Due strade gli si offrivano: quella dell'infinito fuori, quella dell'infimo dentro. E ha scelto l'infimo dentro.

Il pubblico, anche se ritiene vero ciò che è falso, ha il senso del vero e risponde sempre quando glielo si presenta. Oggi però non è più sulla scena che dobbiamo cercare il vero, ma per strada.

Quel che finora mi ha fatto soffrire è d'avere rifiutato il Vuoto.
Il Vuoto che era già in me.
È sufficiente questo movimento di luna
che mi fa chiamare quel che rifiuto
e rifiutare quel che ho chiamato.