Va col piccino
Sono passati, da allora, parecchi anni. La parete delle scale, su cui vidi allungarsi il riflesso della sua candela, non esiste più da molto tempo. Anche dentro di me tante cose sono andate distrutte, che credevo dovessero durare per sempre, e altre nuove ne sono sorte generando sofferenze e gioie che allora non avrei potuto prevedere, così come le antiche mi sono divenute difficili a comprendere. Da molto tempo ormai, mio padre ha cessato di dire alla mamma: Va col piccino. La possibilità di ore simili non rinascerà mai per me. Ma, da qualche tempo, ricomincio a percepire con chiarezza, se tendo l’orecchio, i singhiozzi che ebbi la forza di trattenere dinanzi a mio padre e che scoppiarono più tardi, quando mi trovai solo con la mamma. In realtà non sono mai cessati; ed è soltanto perché la vita ora tace più spesso intorno a me che li sento di nuovo, come quelle campane di conventi che i rumori della città coprono così bene durante il giorno da farle credere ferme, ma che riprendono a suonare nel silenzio della sera

Crediti
 Marcel Proust
 Alla ricerca del tempo perduto
 SchieleArt •   • 




Quotes per Marcel Proust

Rincasando mi apparve, mi ricordai d'improvviso l'immagine, fin allora nascosta, a cui mi aveva avvicinato, senza lasciarmela vedere né riconoscere, il fresco, che quasi sapeva di fuliggine, del chiosco coperto di verde. Era l'immagine della stanzetta dello zio Adolphe, a Combray, che esalava infatti lo stesso profumo di umidità. Ma non potei capire e rimandai a più tardi di cercare perché il richiamo d'una immagine così insignificante mi avesse dato una tale felicità.  Alla ricerca del tempo perduto

Il solo vero viaggio, il solo bagno di giovinezza, non sarebbe quello di andare verso nuovi paesaggi, ma di avere occhi diversi, di vedere l'universo con gli occhi di un altro, di cento altri, di vedere i cento universi che ciascuno di essi vede, che ciascuno di essi è.

Forse l'immobilità delle cose intorno a noi è loro imposta dalla nostra certezza che sono esse e non altre, dall'immobilità del nostro pensiero nei loro confronti.

E il piacere che gli dava la musica e che presto avrebbe creato in lui un bisogno vero e proprio, in quei momenti assomigliava difatti al piacere che avrebbe provato a sperimentare profumi, a entrare in contatto con un mondo per il quale non siamo fatti, che ci sembra senza forma perché i nostri occhi non lo percepiscono, senza significato perché sfugge alla nostra intelligenza, un mondo che noi raggiungiamo con un senso solo.  Un amore di Swann

La felicità è benefica per il corpo. Ma è il dolore che sviluppa i poteri della mente.