Quanto può insegnare l’intimità, di certo, fenomenologica: essere qui e pure lì, non sapere più dove siamo ma che siamo…Insieme. Anche così, passando attraverso questi momenti di vita vissuta e raccontata.
“In questa evidente prospettiva rovesciata: la pazienza la cura l’esercizio dello svelamento e del rischiaramento, la didattica; a Parigi, il coup de théatre, l’intellettualità che si compiace e abbaglia. Sartre si avvia a conquistare il mondo, sia l’Essere che il Nulla; non solo il rapporto tra l’io e un vaso di fiori ossia la conoscenza del soggetto e di quali siano o potrebbero o dovrebbero essere le sue operazioni, sensoriali e relazionali, la sua esistenza stessa nel mondo. Nel mondo della vita. E tutto questo è mio e non mio soltanto, perché è della vita, la vita fungente originaria che vive in me e in ognuno di noi – è Lebenswelt. È corporeità. Paci: Lebenswelt non è altro che l’esistenza dell’esistenzialismo.
Quando, dopo aver letto senza sufficiente comprensione le Meditazioni cartesiane, nel 1933, ho chiesto a Banfi di aiutarmi, non mi parlò del contenuto di quel libro… Banfi mi disse qualcosa di molto semplice. Eravamo nel suo studio. Vede questo vaso di fiori? Provi a dire, a descrivere quello che veramente vede. Io non volevo accettare questa proposta. E riproponevo i problemi tradizionali della filosofia. Ora so molto bene che cosa Banfi voleva dire e so che cosa vuol dire per me. Posso dire che il vaso di fiori è un cilindro. Ma in realtà il termine cilindro è troppo compromettente perché deriva da una scienza che conosco, ma di cui, per ragioni di metodo, non devo servirmi. È meglio che io guardi liberamente e che cerchi di usare e di rinnovare il linguaggio comune. Per esempio: la superficie del vaso al centro mi appare più vicina, mentre gradatamente verso i lati è più lontana. Si allontana con le modalità tipiche di una curva, in modo tale da darmi l’idea di essere rotonda, e posso presumere che questa idea sia confermata se mi muovo e vado a vedere come mi appare, come mi si rivela il vaso, via via che lo guardo durante il mio spostamento. Ma il vaso non è soltanto una forma. È un solido, ha dei colori. Si trova in una certa luce, in un certo chiaroscuro. Posso, se mi avvicino, toccarlo… In realtà ciò che è in giuoco è il modo con il quale io ho esperienza della realtà, è il mio Erlebnis della cosa, il modo con il quale la cosa mi si dà, il come mi si dà.
Vado a vedere come mi appare
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