Differenza tra Freud e JungLa vera distinzione tra Freud e Jung risiede nella loro comprensione del malessere umano. Freud attribuiva gran parte del malessere alla mancata considerazione delle esperienze personali rimosse. Secondo Freud, le esperienze dolorose, i traumi e i desideri inaccettabili vengono repressi nell’inconscio e, non essendo elaborati, possono manifestarsi in sintomi psichici e comportamentali. L’analisi di questi contenuti repressi, attraverso tecniche come l’interpretazione dei sogni e le associazioni libere, era al centro del suo approccio terapeutico.

D’altro canto, Jung intuì che molto del nostro disagio deriva dalla non considerazione delle esperienze collettive e degli archetipi condivisi. La sua visione era più ampia, riconoscendo che l’inconscio collettivo, con i suoi archetipi universali, gioca un ruolo cruciale nel formare la nostra psiche e nel modellare le nostre esperienze. Jung sosteneva che il malessere non può essere compreso solo attraverso il prisma delle esperienze individuali, ma deve includere la dimensione collettiva che connette tutti gli esseri umani.

Questa consapevolezza indica che il malessere è un risultato della difficoltà di interagire con il materiale psichico inconscio, sia collettivo che personale. La mancanza di connessione con i temi archetipici e le esperienze condivise può portare a un sentimento di isolamento e disorientamento. Jung credeva che per raggiungere un equilibrio psicologico, fosse fondamentale esplorare non solo le esperienze personali, ma anche il modo in cui queste si relazionano con le immagini e i simboli collettivi.

In sintesi, mentre Freud si concentrava principalmente sulle esperienze individuali e sulla loro rimozione, Jung ampliò la prospettiva includendo l’importanza dell’inconscio collettivo. Questa differenza fondamentale non solo segna un punto di divergenza tra i due pensatori, ma offre anche una visione più completa del malessere umano e delle sue origini.

Crediti
 Autori Vari
 Jung e l'Inconscio: Un viaggio interiore
  Conversazioni tra Davide D'Alessandro, psicologo clinico, insieme al professor Domenico Rosaci
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