Anch’io sono stato agli Inferi, come Odisseo, e ci tornerò anche spesso; e non solo agnelli ho offerto per poter parlare con alcuni morti, piuttosto non ho risparmiato il mio stesso sangue. Furono quattro le coppie che non si negarono a me, che immolavo: Epicuro e Montaigne, Goethe e Spinoza, Platone e Rousseau, Pascal e Schopenhauer. Con questi debbo confrontarmi, se a lungo sono andato da solo, da questi voglio farmi dare ragione e torto, a questi voglio prestar ascolto quando tra loro si danno ragione e torto. Qualunque cosa io dica, decida, escogiti per me e per gli altri: a quegli otto io rivolgo i miei sguardi, e vedo i loro rivolti a me. Mi perdonino i vivi se essi talvolta mi sembrano delle ombre, così smorte e tetre, così inquiete e, ahimè, così bramose di vita: mentre quelli mi appaiono così vivi come se ora, dopo la morte, non potessero mai più stancarsi della vita. Ma è l’eterna vitalità che conta: che cosa importa la «vita eterna» e la vita in genere!
Viaggio nell’Ade
Crediti
Ancora nessun commento