Egon Schiele ⋯ The Family
In un piccolo villaggio, un contadino di nome Ernesto viveva da solo in una vecchia casa circondata da campi. Il suo unico compagno era un enorme maiale nero chiamato Bartolo. Ernesto lo aveva allevato da quando era un maialino e diceva che Bartolo era speciale, quasi umano. Spesso, parlava con lui come se potesse capirlo.
Tuttavia, i vicini evitavano di passare per la fattoria, mormorando storie strane su rumori che provenivano dal recinto a mezzanotte. Dicevano che si sentivano risate, come se qualcuno o qualcosa d’altro fosse lì. Ernesto lo smentiva sempre, anche se in segreto aveva cominciato a notare che Bartolo si comportava in modo… peculiare.
Una notte, quando la luna piena illuminava il campo, Ernesto si svegliò sentendo colpi alla sua finestra. Si alzò, pensando che fosse il vento, ma quando guardò fuori, non vide nessuno. Scese le scale per assicurarsi che tutto fosse in ordine e decise di controllare il recinto.
All’arrivo, si rese conto che Bartolo non c’era. La porta del recinto era aperta, anche se ricordava di averla chiusa. Prima che potesse reagire, sentì un respiro caldo dietro di lui. Girandosi, trovò Bartolo, ma qualcosa non andava. I suoi occhi brillavano con uno strano bagliore rosso, e un grottesco sorriso sembrava deformare il suo muso.

Riepilogo
Crediti
 Anonimo
 SchieleArt •  The Family • 1918



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  • Si odia ciò che si teme, ciò quindi che si può essere, che si sente di essere un poco. Si odia se stessi. Le qualità più interessanti e fertili di ciascuno, sono quelle che ciascuno più odia in sé e negli altri.
    Perché nell'odio c'è tutto: amore, invidia, ignoranza, mistero e ansia di conoscere e possedere. L'odio fa soffrire. Vincere l'odio è fare un passo nella conoscenza e padronanza di sé, è giustificarsi e quindi cessare di soffrire.
     Cesare Pavese    Il mestiere di vivere

  • La coscienza dell'io è come un'isola che emerge da un oceano di mistero
     Carl Gustav Jung    L'io e l'inconscio

  • Di ogni esistenza, della sua singolarità, nessun nome ci svela il mistero. Perché di volta in volta di un essere che definiamo un uomo, una donna, dovremo poi dire il come: come è donna quella donna? E uomo quell'uomo? E troveremo che siamo tutti presi in un gioco di anamorfosi, sempre spostati, sempre obliqui, sempre almeno in parte eccentrici rispetto a quel significante, alla sua legge. Questa è la condizione della donna e dell'uomo moderni.
     Nadia Fusini    Uomini e donne. Una fratellanza inquieta

  • La coscienza potrebbe non essere una sostanza o un'entità, ma piuttosto un tipo di vortice, un pattern auto-sostenuto che emerge in sistemi sufficientemente complessi, capace di riflettere su se stesso e sul mondo. Il mistero sta nel capire come la mera elaborazione di informazione possa accendersi di soggettività.
     Douglas R. Hofstadter e Daniel C. Dennett    L'Io della mente. Fantasie e riflessioni sul sé e sull'anima

  • A volte, la chiave per svelare un mistero secolare si nasconde in bella vista, celata in simboli antichi o opere d'arte famose. Decifrare codici e seguire indizi può condurre a verità sconvolgenti, capaci di riscrivere la storia e mettere in discussione le fondamenta stesse delle nostre credenze, in una corsa contro il tempo.
     Dan Brown    Il codice Da Vinci

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