Oggi si ritiene che questa posizione sia superata in forza del «principio di indeterminazione» nel 1927 da Werner Heisenberg, che, stabilendo l’impossibilità di conoscere nello stesso tempo la posizione e la velocità di una particella, rappresenta la fine, come dice lo stesso nome di indeterminazione, del determinismo.
Non penso però sia lecito escludere del tutto che l’avanzare della scienza possa giungere a presentare altri elementi in base a cui coltivare una visione della natura nuovamente all’insegna del determinismo, e di conseguenza non è al livello dell’infinitamente piccolo che si può affrontare adeguatamente la questione della libertà, ma è salendo più in alto, là dove la libertà è effettivamente all’opera, cioè nella coscienza umana.
Visione della natura all’insegna del determinismo
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