Vogliamo goder due volte di noi
Chi ha perduto il sapore delle cose è malato, il malato ha perduto il sapore d’ogni cosa — poiché sapore altro non è che il senso dell’utilità della cosa alla salute. E come s’egli già fosse, non più vuole le cose ma vuole il sapore che non ha più, mettendosi e rimettendosi nelle posizioni saporite conosciute da lui prima, o che agli altri prodighi di piacere egli venga a conoscere.
Egli è come colui che vuol veder l’ombra del proprio profilo — che volgendosi la distrugge.
Già dunque quando si parla comunemente «dei piaceri» come di posizioni determinate che danno piacere, siamo ormai nella posizione ammalata: e andiamo a cercare il piacere per s, a sfruttare la nostra posizione verso una cosa per avere un sapore che in quanto lo andiamo a cercare non lo abbiamo più.
Vogliamo goder due volte di noi: non più «godoperché sono» — ma «son io che godo» e in realtà non godiamo più.

Crediti
 Carlo Michelstaedter
 Il dialogo della salute
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Quotes per Carlo Michelstaedter

Vita, morte,
la vita nella morte;
morte, vita,
la morte nella vita.

Noi col filo
col filo della vita
nostra sorte
filammo a questa morte.

E più forte
è il sogno della vita -
se la morte
a vivere ci aita

ma la vita
la vita non è vita
se la morte
la morte è nella vita

e la morte
morte non è finita
se più forte
per lei vive la vita.

Ma se vita
sarà la nostra morte
nella vita
viviam solo la morte

morte, vita,
la morte nella vita;
vita, morte,
la vita nella morte.-

Ognuno può finir di girarsi nella schiavitù di ciò che non conosce – e, rifiutando l'offa di parole vuote, venir a ferri corti con la vita.

- Io lo so che tu mi tradisci.
- Come?
- Lo sai.
- Non lo so.
- Ma lo fai.
- Come?
- In ciò che fai e non sai ciò che fai.