Chi ha perduto il sapore delle cose è malato, il malato ha perduto il sapore d’ogni cosa — poiché sapore altro non è che il senso dell’utilità della cosa alla salute. E come s’egli già fosse, non più vuole le cose ma vuole il sapore che non ha più, mettendosi e rimettendosi nelle posizioni saporite conosciute da lui prima, o che agli altri prodighi di piacere egli venga a conoscere.
Egli è come colui che vuol veder l’ombra del proprio profilo — che volgendosi la distrugge.
Già dunque quando si parla comunemente «dei piaceri» come di posizioni determinate che danno piacere, siamo ormai nella posizione ammalata: e andiamo a cercare il piacere per s, a sfruttare la nostra posizione verso una cosa per avere un sapore che in quanto lo andiamo a cercare non lo abbiamo più.
Vogliamo goder due volte di noi: non più «godo — perché sono» — ma «son io che godo» e in realtà non godiamo più.
Vogliamo goder due volte di noi
Crediti
Quotes per Carlo Michelstaedter
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