Femme debout
L’incapacità di riconoscere, trattare e pensare la complessità è un risultato del nostro sistema educativo. Questo ci insegna a convalidare ogni percezione, ogni descrizione, ogni spiegazione in base alla chiarezza e alla distinzione […] Estraendo un oggetto dal suo contesto e dal suo insieme e rifiutandone i legami e le intercomunicazioni con il suo ambiente, l’inserisce in un compartimento che è quello della disciplina le cui frontiere spezzano arbitrariamente la sistemicità e la multidimensionalità dei fenomeni […] Così, isolando e/o frammentando i suoi oggetti, questo modo di conoscenza cancella non solo il loro contesto, ma anche la loro singolarità, la loro località, la loro temporalità, il loro essere e la loro esistenza […] Un’intelligenza cieca che ha invaso tutti i settori tecnici politici e sociali.
Oggi, il medico generico delle città è diventato non il direttore d’orchestra che conosceva la partitura di tutti gli strumenti, ma l’esperto di scala minore che smista i suoi clienti, dei quali il più delle volte non ha che una conoscenza rapida e superficiale […] Non siamo ancora giunti a considerare i nostri mali nelle loro caratteristiche bio-psico-sociali.
Ora, la filosofia era il tipo di pensiero che avrebbe permesso di collegare le conoscenze ma una grande disgiunzione ha separato scienza e filosofia.
Da dove proviene la certezza di questo modo di pensare, così poco sensibile alle cecità e ai disastri che esso provoca?

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