Questo – si dice – passa la misura umana, bisogna dunque che sia sovrumano. Ma questo dunque è eccessivo.
Qui non vi è affatto certezza logica e neppure probabilità sperimentale.
Tutto quanto posso dire è che, in realtà, ciò passa i miei limiti.
Se anche non ne traggo una negazione, almeno non voglio fondare nulla sull’incomprensibile.
Voglio sapere se posso vivere con ciò che so e con ciò soltanto.
Mi si dice ancora che l’intelligenza deve sacrificare il proprio orgoglio e che la ragione deve inchinarsi. Ma se pure riconosco i limiti della ragione, non lo nego fino a tal punto, poiché ammetto i suoi poteri relativi.
Voglio solamente restare in quella via di mezzo, in cui l’intelligenza può mantenersi chiara. Se è quello il suo orgoglio, non vedo una sufficiente ragione per rinunciarvi.
Restare in quella via di mezzo
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